“Città” in italiano è singolare e plurale, parola-simbolo della capacità umana di ritagliare spazi a protezione e difesa ma anche di proiezione e inclusione. La città è il luogo in cui si negoziano e si attribuiscono diritti, recinto al cui interno l’uomo plasma il proprio ambiente tra l’emulazione e il superamento
delle organizzazioni degli altri organismi viventi. Ma la città è anche il luogo in cui la filosofia nasce come tensione all’unità e trova nella discussione argomentata la propria forma.

Per questo motivo la città “è” della filosofia, perchè non è pensabile senza la parola che affronta il conflitto. E perché è nella città, e nella dialettica tra i suoi abitanti, che nascono il coraggio del dissenso, l’opposizione alle ingiustizie, la disobbedienza a pratiche che riteniamo in-civili. Così, come la città, anche la filosofia ha bisogno di cives, abitatori appassionati del pensiero e della discussione che ne ridisegnino ogni giorno i confini.